26 marzo 2021

TRANSLOHR A PADOVA

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Tram multiarticolato su gomma NTL STE3 (ora Alstom) bidirezionale a piano totalmente ribassato (25 metri, 3 casse, 4 assi, 178 pax) TransLohr del 2007 (gruppo di 18 unità numerate 01-18) alla fermata Eremitani, in corso Giuseppe Garibaldi, di fronte la cappella degli Scrovegni, nell'inverno del 2021.




La rete è composta da una linea, denominata SIR1 (Sistema Intermedio a Rete), il cui tracciato si sviluppa dal Capolinea Nord - Pontevigodarzere al Capolinea Sud- Guizza.

La linea ha una lunghezza di 10,3 km, con 26 fermate e con tempi di percorrenza di 34 minuti.

Oltre il SIR1 (direttrice nord-sud) il sistema prevedeva la costruzione di altre due linee:

* SIR2 > Rubano - Busa di Vigonza FS, 17,5 km su 34 fermate (direttrice est-ovest)

* SIR3 > Stazione FS - Voltabarozzo, 5,7 km su 12 fermate (direttrice centro-sud est)

ed anche due ulteriori ampliamenti del SIR1 prolungando i capilinea sia a nord che a sud.

Questo ampio progetto è attualmente in fase di ridefinizione visto che dal 2019 il Translohr è stato messo fuori produzione dalla Alstom, che ha preferito concentrarsi su un sistema a guida non vincolata (il bus full-electric APTIS, che utilizza il sistema SRS di ricarica delle batterie alle fermate).

Il Translohr non ha alcuna possibilità di circolare svincolato dalla rotaia ed è pertanto privo di sterzo; per l'alimentazione elettrica dalla linea aerea è presente un normale pantografo di tipo tranviario.

A Padova esiste un breve tratto di circa 600 metri, in prossimità del Prato della Valle, che viene percorso facendo ricorso alle batterie interne, evitando così l'utilizzo della linea aerea in sospensione.

Nonostante il sistema Translohr fosse molto innovativo non ha mai ottenuto un grosso successo commerciale, forse a motivo dei costi dell'infrastruttura (alcune volte paragonabili se non superiori a quella tramviaria) e a quelli di manutenzione della medesima (deterioramento della piattaforma di rotolamento dei pneumatici).

Sono state infatti solo 7 le città che hanno optato per questo sistema:


In Italia oltre le città di Padova e Venezia erano previsti impianti per le città dell'Aquila e di Latina, ambedue abbandonati.